APRE A TRIESTE “THE GREAT COMMUNICATOR. BANKSY- Unauthorized exhibition”

APRE A TRIESTE “THE GREAT COMMUNICATOR. BANKSY- Unauthorized exhibition”

Press 24 Novembre 2022

Appuntamento al Salone degli Incanti dal 25 novembre 2022 al 10 aprile 2023

Trieste, 24 novembre 2022 – Trieste si prepara ad accogliere i visitatori alla grande mostra dedicata a Banksy, uno degli artisti più popolari e controversi del panorama contemporaneo. “THE GREAT COMMUNICATOR. BANKSY- Unauthorized exhibition è in programma dal 25 novembre 2022 al 10 aprile 2023 negli spazi del Salone degli Incanti di Trieste.

In questa esposizione, si intende condurre l’attenzione per la prima volta su un aspetto fondamentale del writer di Bristol, non ancora indagato da altre mostre e che probabilmente ha avuto un ruolo chiave nel suo percorso artistico: la sua capacità di grande comunicatore, ruolo quanto mai attuale anche alla luce delle sue opere recentemente rivendicate in Ucraina.

È proprio dalla sua abilità di comunicare e di utilizzare in modo unico i canali di comunicazione del suo tempo, dai social media alle vere performance live per raccontare la sua arte, che nasce la necessità di questa mostra. Il percorso espositivo si compone di cinque sale con oltre una sessantina di opere originali che ripercorrono il notevole lavoro di Banksy: dalle sue radici e ispirazioni, fino ai giorni nostri.

IL PERCORSO ESPOSITIVO
La mostra si apre con una prima sala contenente opere di artisti e di movimenti a cui l’autore si è ispiratotra cui Keith Haring, Andy Wharol e Blek le Rat, oltre ai poster del maggio francese dai quali Banksy ha ripreso il minimalismo, la comunicazione delle rivolte e l’uso dello stencil, ma anche le opere legate ai situazionisti e al concetto di comunicazione di massa. Infine i graffiti della New York anni Ottanta, fondamentali per i murales.

La seconda sala propone una riproduzione dello studio di lavoro di Banksy con i materiali utilizzati oltre all’esposizione di opere che fanno riferimento alla società britannica con l’obiettivo di comunicare una forte critica al suo paese come un iconico ritratto di Winston Churchill con una cresta punk. Si continua con l’opera Devolved Parliament che rappresenta il parlamento inglese composto da scimmie al posto dei deputati, e ancora, alcune opere con i topi, animali che spesso tornano nelle opere di Banksy e che assumono una dimensione metaforica.

La terza sala si focalizza invece sulle proteste e sul capitalismo dove è possibile ammirare tra le varie opere il celebre “lanciatore di fiori”.

Proseguendo nella quarta sala ci si sofferma sul tema della guerra e della violenza. La sua è una posizione umana a trecentosessanta gradi, più che un impegno politico è una guerra culturale contro la guerra e contro le logiche che la producono. I suoi messaggi sono spesso un invito alla resistenza, cioè un’opposizione alle cause, come unico modo per scongiurarne gli effetti. In questa sezione troviamo esposta la celebre opera “Napalm” con la bambina vietnamita in fuga dal bombardamento mano nella mano con due mascotte dell’entertainment nel mondo contemporaneo, oltre a un’area dedicata al racconto delle sue più celebri performance come il Walled Off Hotel” a Betlemme situato di fronte al muro che separa Israele e Palestina, un vero e proprio hotel che ospita opere d’arte di Banksy e installazioni, e poi un negozio, ironicamente denominato Wallmart, evocando la multinazionale statunitense proprietaria della catena di negozi al dettaglio Walmart, che fornisce i materiali necessari ai clienti che vogliono dipingere sul muro adiacente. Spazio anche alla musica, che ha rappresentato per Banksy un aspetto importante della sua carriera di artista e della sua stessa vita con 37 copertine originali di dischi. Nella quinta e ultima sala, attraverso un’installazione multimediale, saranno proiettati video sul lavoro dell’artista e i murales nella loro collocazione originale.

La mostra “THE GREAT COMMUNICATOR. BANKSY- Unauthorized exhibition” è a cura di Gianni Mercurio, promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal Comune di Trieste e organizzata da PromoTurismoFVG, in collaborazione con Madeinart.

INFORMAZIONI E ORARI
lunedì – giovedì dalle 9 alle 20
venerdì e domenica dalle 9 alle 21
sabato dalle 9 alle 22

Tariffe da 14 euro per il biglietto intero; 11 euro biglietto ridotto; 7 euro biglietto ridotto per i minorenni 6-17 anni. Per ulteriori informazioni e prenotazioni contattare il numero + 39 338 4962409 o scrivere una mail all’indirizzo: 

SPECIALE PROMO “THE GREAT COMMUNICATOR. BANKSY – UNAUTHORIZED EXHIBITION”
Prenotando almeno 2 notti in uno degli hotel aderenti all’iniziativa, sarà possibile ricevere in omaggio la FVG Card che, oltre a consentire l’accesso gratis o a tariffe agevolate a numerose attrazioni di Trieste, include il biglietto gratuito per visitare la mostra “The Great Communicator. Banksy- Unauthorized exhibition”.


DESCRIZIONE DI ALCUNE OPERE IN MOSTRA
Choice your weapon – Silver, 2010

L’opera rappresenta, probabilmente, un autoritratto di Banksy. Come sempre, luogo e contesto sono una parte essenziale del messaggio di Banksy. Il murale, da cui ha origine l’opera, è collocato nel sud di Londra, nel cuore della cultura delle gang. In quel periodo, con il moltiplicarsi sistematico degli arresti con perquisizione, per evitare la polizia i membri delle gang lasciarono a casa pistole e coltelli a favore di cani da combattimento. Dato che i pitbull erano vietati dalla legge, i ragazzi delle bande cominciarono a creare nuove razze di cani aggressivi, controllando e terrorizzando intere aree del sud di Londra. Nel 2009 la polizia metropolitana istituì addirittura una Status Dogs Unit (Unità cani da combattimento) per identificare la razza di questi animali, che a solo un anno dalla sua creazione aveva sequestrato più di mille cani da combattimento in città. Sostituendo il minaccioso cane da combattimento con il Barking Dog di Keith Haring, Banksy dichiara che l’arte è la sua arma preferita.

Golf Sale, 2004

Pechino, 1989. Il fotografo della Associated Press Jeff Widener immortala in un suo scatto l’immagine simbolo della cosiddetta “Primavera democratica cinese”. Tratta dalla famosa foto di un giovane manifestante a Piazza Tienanmen a Pechino, il quale si ferma davanti a una colonna di carri armati dell’esercito giunti in piazza per reprimere la protesta popolare. L’artista devia il senso della scena con l’inserimento di elementi incongrui. L’anonimo manifestante esibisce qui un avviso commerciale, “Golf Sale”. Più che prendersi gioco della protesta pechinese e dei suoi protagonisti, però, Banksy sembra bersagliare con questo lavoro la pubblicità. E allora quell’avviso dei saldi sembra voler indirizzare altrove le truppe armate, distogliendole dalla battaglia e dallo scontro, per inseguire piuttosto l’ultimo sconto.

Napalm, 2004

Vietnam, 1972. Il fotografo Nick Út scatta una delle foto più celebri del Novecento: nubi grigie in lontananza e militari sul fondo, mentre in primo piano alcuni bambini scappano disperati dal loro villaggio appena bombardato con gas napalm. Tra questi c’è la piccola Kim Phúc di nove anni, nuda e gravemente ustionata dal gas. Il suo urlo disperato, e la foto che la immortala – che farà vincere al fotografo il premio Pulitzer – diventeranno presto una delle testimonianze più atroci del conflitto in Vietnam e, in seguito, di tutte le guerre. La disperazione e il dolore della bambina sono affiancati al sorriso posticcio di due mascotte dell’entertainment nel mondo contemporaneo che avanzano gioiose verso lo spettatore, creando uno dei lavori di maggiore impatto di Banksy.

Applause, 2007

Applause utilizza efficacemente i linguaggi dei mass media per attaccare le azioni e i rituali della guerra. Su una portaerei un velivolo si prepara al decollo, mentre in primo piano ci si aspetta che i due addetti alle operazioni diano il via libera per la partenza al pilota. Nel cartello che uno dei due regge in mano, però, Banksy inserisce in rosso il comando degli applausi. D’un tratto ci riscopriamo essere gli spettatori ignari di uno show televisivo, di partecipare a quell’enorme e tragico gioco a premi che è la guerra.

Pulp Fiction, 2004

Tratto da un’immagine dell’omonimo film di Quentin Tarantino, Pulp Fiction di Banksy ci mostra John Travolta e Samuel Jackson che impugnano banane giallo brillante anziché pistole. Le banane ricordano anche l’iconica copertina dell’album del 1967 di Andy Warhol per il gruppo rock americano The Velvet Underground, che raffigura appunto una banana su uno sfondo monocromatico, alludendo a un simbolo fallico. Il messaggio più immediato di Banksy, tuttavia, è una forte dichiarazione contro le armi, contro la violenza e contro la guerra, trasformando una scena violenta in qualcosa di innocuo e persino ridicolo, e usando il contesto del cinema cult americano in un doppio senso ironico poiché lo stile caratteristico di Tarantino è noto per la sua eccessiva violenza.

Queen Vic, 2003

Si dice che la Regina Vittoria, all’atto della firma di una legge che avrebbe dovuto proibire l’omosessualità nel Regno Unito, avesse tralasciato di inserirvi quella femminile sostenendo che “le donne non possono essere gay”, forse per nascondere la propria omosessualità. Una leggenda, forse, ma tanto basta a Banksy per prendere un noto ritratto della regina e rappresentarla in un’esplicita scena di amore saffico. Con la consueta ironia, Banksy si prende gioco dell’aura sacrale che circonda la Corona (e per estensione, la cultura) inglese, andando a pescare fra le leggende del passato recente, per rendere esplicito quell’habitus puritano e perbenista – vittoriano, appunto – che infarcisce ancora il nostro presente.

Festival (Destroy Capitalism)

Festival, noto anche come Destroy Capitalism, raffigura un gruppo di persone a un festival musicale in coda per acquistare magliette. Sono chiaramente ritratti come punk, goth e hippy che partecipano a un festival musicale con vestiti, tagli di capelli e atteggiamenti rappresentativi di quelle sottoculture. Rappresentano ciò che la società potrebbe considerare anticapitalisti e tuttavia, fanno la fila per comprare una maglietta da $ 30, proprio come il resto della società, a dimostrazione del potere che il capitalismo detiene anche per i suoi più ferventi oppositori.

Laugh Now, 2022

L’immagine è aperta a molte interpretazioni, da una lettura spiritosa della teoria dell’evoluzione di Darwin a una dichiarazione politica forte sull’idiocrazia. “Ora ridete, ma un giorno saremo noi a comandare” fa riferimento a un’espressione come “to do monkey business” (fare “affari da scimmia”), che indica ogni genere di comportamento scorretto, come dare mazzette in politica, o anche darsi da fare a livello sessuale, fare i buffoni. È un segnale di pericolo, perché può capitare che la gente sia divertita da certi politici e rida della loro stupidità, pensando che non siano altro che innocui idioti, ma bisogna stare attenti, perché un giorno quegli stessi politici avranno in mano il Paese e lo governeranno. In origine l’opera costituiva una diretta allusione alle decisioni politiche di George W. Bush e Tony Blair riguardo alla guerra in Iraq.

The Rock of Peckham, 2018

Tra il 2003 e il 2005 Banksy si infiltra nei musei più prestigiosi di Londra (Tate Britain, Museo di Storia Naturale e British Museum), Parigi (Louvre) e New York (MOMA, Museo di Storia Naturale, Brooklin Museum) per esporre le sue opere. Nel 2005 colloca una  finta pittura rupestre su una roccia con un uomo primitivo che spinge un carrello del supermercato. La cosa passa inosservata fino a quando il Museo non riceve la notizia della bufala. “Peckham Rock” è stato successivamente visibile alla mostra “Banksy vs Bristol Museum” nel 2009. Ironia della sorte, a settembre 2018, il British Museum espone ufficialmente “Peckham Rock” nella mostra “I Dissent”.

Morons – Barely Legal Set, 2007

Quest’opera di Banksy fa riferimento a un momento determinante nella storia dell’arte: quando la natura morta di Van Gogh Vaso di  girasoli fu venduta all’asta nel 1987, per ventidue milioni e mezzo di sterline, stabilendo il prezzo record mai pagato per un’opera d’arte. Morons è una critica feroce nei confronti del mercato dell’arte.  Sta passando all’asta una tela su cui è chiaramente leggibile: “non posso credere che voialtri imbecilli stiate davvero comprando questa merda”. La posizione è chiara: “Il mondo dell’arte è una barzelletta, la più grossa che ci sia in circolazione. È un gerontocomio per i superprivilegiati, i presuntuosi e i deboli.” Il 3 ottobre 2019, l’enorme dipinto di Banksy Devolved Parliament fu messo all’asta e fu venduto tra un forte applauso per un prezzo finale di 13.590.000 dollari USA, con il banditore che dichiarava “qui si fa la Storia”.

Girl with Baloon, 2004

Un colpo di vento improvviso spazza la scena, gonfiando il vestitino e scompigliando i capelli della bambina. Lei, mano aperta in direzione del filo, sembra aver lasciato la presa per assecondare il vento, abbandonando il palloncino – a forma di cuore – al suo destino. L’opera sembra rappresentare la fragilità dei sentimenti, degli affetti. E proprio il fatto che a perderli sia una bambina, carica l’immagine di una profonda tenerezza e tuttavia richiama l’idea che la speranza sia essenziale, poiché dà alle persone la motivazione per continuare nella vita nonostante le circostanze apparentemente tristi.