L’OMAN È UN MUSEO A CIELO APERTO

L’OMAN È UN MUSEO A CIELO APERTO

Press 15 July 2020

Nell’attesa di poter tornare a viaggiare verso l’Oman, ci lasciamo trasportare virtualmente da delle esperienze uniche e a contatto con la natura come ad esempio addentrarsi nella punta orientale della Penisola Arabica alla scoperta delle rocce omanite, visitare la zona costiera on the road concedendosi qualche momento di relax, ammirare e scattare una foto dai suggestivi Monti Hajar, scoprire cosa si nasconde dentro alle grotte calcaree, fare un panoramico giro nei caratteristici dhow nel Musandam ed infine lasciarsi incantare dalle meraviglie nascoste del Dhofar.

Situato sulla punta orientale della Penisola Arabica, grazie alla sua posizione l’Oman ospita più di 100 luoghi ad interesse geologico, alcuni di essi unici al mondo. È l’unico Paese la cui superficie è costituita essenzialmente da crosta oceanica e da rocce provenienti dal mantello, al di sotto della superficie terrestre. Piane desertiche e montagne variopinte con vette che raggiungono i 3.000 metri sono la cornice indimenticabile di numerose attività ed escursioni per ogni livello e tipologia di cliente.

Una visita di Muscat non può mancare in un tour del Sultanato. Oltre alle classiche attrazioni, l’area della Capitale è di grande interesse geologico, con 30 siti censiti. Le montagne che corrono alle spalle di Muttrah fino a raggiungere Bandar Jissah, nei pressi dello Shangri-La Barr Al Jissah, sono composte da ofiolite, una roccia di oltre 60 milioni di anni che proviene dal magma delle profondità dell’oceano.

La formula perfetta per chi desidera visitare il Paese in autonomia è invece un viaggio fly&drive, infatti un road trip sulla costa omanita può essere un modo alternativo per scoprire le sue affascinanti spiagge e molte delle formazioni geomorfologiche del Paese. Partendo da Muscat, seguendo la strada costiera verso sud, si incontrano diverse località ad interesse geologico. Ad un’ora dalla capitale, lungo la spiaggia di As Sifah è possibile effettuare una passeggiata per ammirare formazioni di eclogite, una rara roccia multicolore modellata dal calore delle profondità terrestri. Raggiungendo Sur è possibile visitare il sito noto come “la madre di tutti gli affioramenti”, una spettacolare formazione con affascinanti pieghe di radiolarite rossa inframmezzate da porcellanite bianca.

Un altro punto di interesse, rinomato in tutto il mondo, è la catena montuosa di Al Hajar che si estende per oltre 600 chilometri sviluppandosi dall’estremità a nord del Paese fino alla zona di Sur. Lungo l’intero arco montuoso, formazioni naturali di straordinaria importanza geologica ammaliano per la propria maestosa verticalità e bellezza paesaggistica, ma anche per i propri colori e contrasti cangianti. I paesaggi fatti di vette impervie e precipizi dello Jabal Akhdar, tra le più alte del Sultanato, sono testimonianze silenziose di millenni di storia e complessi processi geologici. Assolutamente da non perdere per gli appassionati di arrampicata sono le pareti di calcare e dolomite dello Jebel Misht. Situata a circa un’ora e mezza da Bahla, la “montagna del pettine”, chiamata così per la sua cima dalla forma seghettata, raggiunge i 1.000 metri di altezza ed in passato rappresentava una montagna sottomarina. UnO spettacolo che si può ammirare comodamente anche da lontano, soprattutto quando al tramonto i suoi pendii si accendono di un rosso infuocato.

Ai piedi del Jebel Shams, nelle vicinanze di Al Hamra, si trova la grotta Al Hoota. Di grande interesse speleologico, questa grotta calcarea si è formata più di due milioni di anni fa. Essa ospita al suo interno un ricco ecosistema con quattro laghi, stalattitistalagmiti e diverse specie di animali. Aperta ai visitatori nel 2006, la grotta è accessibile grazie ad un trenino elettrico che si addentra nella montagna e il suo percorso interno è illuminato da luci suggestive. Sono disponibili visite guidate in inglese, della durata di circa un’ora al costo di 7 OMR.

Nessun posto in Oman è più scenografico della penisola di Musandam: nota per le alte falesie che la caratterizzano, i “fiordi d’Arabia” sono maestose scogliere che si tuffano a picco nel mare, creando paesaggi insoliti per la Penisola Arabica. A differenza dei fiordi europei, che sono di origine glaciale, le altissime coste calcaree del Musandam sono il risultato dello spostamento della Placca Araba e del perenne moto ondoso a cui sono state sottoposte nei secoli. Qui il mare, spingendosi all’interno, ha occupato il sistema di wadi in cui scorrevano anticamente i fiumi e ne ha scolpito il profilo. Le falesie del Musandam offrono lo scenario perfetto a chi desidera avventurarsi in escursioni in kayak o a bordo dei dhow, le tipiche imbarcazioni omanite, alcune spiagge sono infatti accessibili solo in barca. Tra i punti più panoramici dell’area, Khor Najd raggiungibile in circa 20 minuti di fuoristrada da Khasab. Il paesaggio della penisola è punteggiato anche dalla Jebel Harim, la montagna delle donne, incantevole soprattutto in primavera quando le sue pendici si ricoprono di fiori dai colori delicati. L’itinerario verso la sommità si snoda tra formazioni calcareewadi e piccoli villaggi. Qui è possibile anche ammirare antichi fossili marini e una serie di petroglifi scolpiti nella roccia, che raffigurano uomini, orici e leopardi arabi.

Il Dhofar è noto per i suoi chilometri di spiagge bianche e incontaminate, le acque cristalline e i siti archeologici patrimonio UNESCO legati alla storia secolare dell’incenso, ma ha anche molto altro da scoprire. Da un punto di vista geomorfologico, la regione è caratterizzata da piane costiere affacciate sull’Oceano Indiano separate dal deserto del Rub Al Khali da una lunga catena montuosa. Le montagne del Dhofar sono aspre e selvagge, con grandi canyon scolpiti negli altopiani calcarei, e, in estate, si tingono di verde con l’arrivo dei monsoni, la stagione del khareef. Un’oasi brulicante di vitaWadi Darbat è tra i più affascinanti della regione: qui è possibile ammirare una cascata di travertino alta 80 metri, formatosi dai sedimenti depositati dalle acque nei secoli. La montagna più alta della provincia, Jebel Samhan con i suoi 2.100 metri domina il paesaggio sopra la pianura costiera di Mirbat, e quest’area, oltre ad ospitare alcune delle più antiche rocce dell’Oman, costituisce uno degli ultimi rifugi per il rarissimo leopardo d’Arabia – motivo per cui la Jabal Samhan Nature Reserve è tutelata e vi serve un’autorizzazione speciale per l’accesso. Sulla strada per la cima di Jebel Samhan è possibile visitare Tawi Ateer, una delle più grandi doline del mondo e habitat ideale per numerose specie di uccelli migratori. Soggiornando a Salalah è possibile effettuare escursioni giornaliere verso tutti i principali punti d’interesse della regione, a est o a ovest della città.

Per maggiori informazioni e altri spunti di viaggio, scarica la brochure dedicata Oman Geoheritage.